giovedì 29 ottobre 2015

Incontinenza

Care signore, oggi parliamo di incontinenza urinaria. Molte di voi sapranno già qualcosa sull’argomento e altre no. Facciamo un po’ di chiarezza.
Per “incontinenza” si intende una perdita involontaria di urina in quantità variabile. Fisiologicamente siamo programmate (ovviamente questo discorso vale anche per gli uomini) per avere un serbatoio, la vescica, dotato di una chiusura che dipende dalla nostra volontà. Il serbatoio si riempie continuamente di urina prodotta dai reni e rimane chiuso finché la pressione esercitata dall’urina ci consente di tenerlo chiuso e finché siamo in situazioni in cui non è opportuno svuotarlo. Quando qualcosa in questo meccanismo perfetto salta si verifica l’incontinenza.  Se ve l’hanno diagnosticata non vi sentite le sole. Infatti, si calcola che ne sia affetta una donna su tre. Certo, il detto “mal comune mezzo gaudio” in questo caso non vale perché l’incontinenza è un problema di rilevanza sociale con effetti spiacevoli sul piano psicologico ed è facile immaginare come un tale disagio possa influenzare il benessere psicofisico di una persona.
C’è incontinenza e incontinenza, per essere precisi ce ne sono tre:
·         incontinenza da sforzo;
·         incontinenza da urgenza;
·         incontinenza di tipo misto.


La più diffusa è l’incontinenza da sforzo. Si verifica in caso di aumento della pressione addominale (starnuto, colpo di tosse o anche una risata). È causata da un’insufficienza dei muscoli perineali. Questa situazione può verificarsi dopo un travaglio prolungato per effetto di spinte scorrette per consentire la fuoriuscita del bimbo o per la pratica della manovra di Kristeller (la cosiddetta “spintina” al momento del parto) o in menopausa per l’invecchiamento dei tessuti.
La meno diffusa è l’incontinenza da urgenza. Avete presente quando tornate a casa, siete davanti alla porta e proprio lì non riuscite più a trattenere? Ecco, quella è l’incontinenza da urgenza. Solitamente lo stimolo ad urinare attraversa varie fasi che il nostro organismo impara a riconoscere e a gestire. Di queste l’urgenza è solo all’ultimo stadio e le donne non affette da incontinenza, prima di arrivare a questa situazione, hanno attraversato anche le altre fasi e quindi hanno avuto il tempo di svuotare la vescica nei tempi e nei modi opportuni. Questa possibilità alle donne affette da incontinenza da urgenza non è data e improvvisamente avvertono uno stimolo fortissimo a urinare. Le cause sono da ricercare nella vescica più che nel perineo.
Il terzo caso è quello dell’incontinenza di tipo misto in cui si manifestano caratteristiche di entrambe le precedenti incontinenze e la riabilitazione si presenta difficoltosa perché deve agire su più livelli.

Cosa possiamo fare noi donne per prevenire l’incontinenza? La prevenzione si basa sui fattori di rischio: l’età, il numero di gravidanze e lo stile di vita. Di questi fattori uno è immodificabile (purtroppo!), l’età, e siamo tutte soggette all’invecchiamento dei tessuti. Sugli altri due fattori, invece, possiamo agire: in gravidanza con un buon corso preparto che educhi ad un corretto “uso” del perineo e durante tutta la vita adottando atteggiamenti e accortezze per salvaguardare il perineo il più a lungo possibile. 

Dott.ssa Alessia Pepe, Ostetrica

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