lunedì 31 agosto 2015

Le emozioni del nascituro...
Sapete chi sono le donne che partoriscono con più difficoltà e complicazioni??? Le ostetriche e le ginecologhe! Ebbene si proprio la mia categoria! Può sembrare un paradosso: "-Ma come proprio voi, che sapete tutto, che continuamente assistete ai travagli e ai parti, che ne parlate continuamente, proprio voi nonsiete "da manuale"? Come è possibile?-"
In realtà una giustificazione a tutto ciò c'è e mi ha permesso nel tempo di capire che nella preparazione al parto istituzionale si dà troppa importanza all'istruzione sull'utero e al suo funzionamento, ai processi che avvengono e alle complicanze, piuttosto che incentrare l'attenzione sulle emozioni del nascituro,sull'allattamento e la funzione della mammella, sul legame madre-bambino, sulle necessità pratiche nel rientro a casa. Ecco perchè noi "esperte" nel momento della gravidanza, del travaglio e del parto dovremmo staccare la testa e attivare solo l'istinto facendo le mamme e non le ostetriche!
La gestante non ha alcun bisogno di sapere tutto ciò che avviene dal punto di vista fisiologico e meccanico e i possibili rischi: perchè se è vero che non la danneggia, non l'aiuta però ad attivare un buon andamento di parto. E' importante per la donna avere sostegno, sapere di avere attorno a sè persone sulle quali poter contare, che non la abbandoneranno nè prima nè dopo il parto. Ed è bello che la donna viva tutte le emozioni, e che conosca anche quelle del nascituro. Il vissuto emozionale del nascituro potrà essere quello della madre oppure potrà differirne, influendo comunque sulla mamma, perchè anche lui è dotato di un cervello e di sistemi e organi che gli consentono di provare sentimenti e stati d'animo.  Può succedere che allo stato d'ansia della madre, si nota una reazione motoria del nascituro che si agita e sembra volersi svincolare da una sensazione di disagio. Così come si notano, già a partire dalle 20 settimane di età gestazionale, interazioni tra gemelli in utero come scambi di carezze, guancia contro guancia, colpi con i piedini a dimostrazione di stati d'animo che si stanno vivendo.  Anche l'attività sessuale tra i genitori viene vissuta dal figlio che potrà goderne anche lui se il rapporto è voluto, desiderato, sereno e pieno di amore. Il mondo uterino permette di vivere emozioni intense e forti, esattamente come il mondo extrauterino, il tutto mediato dagli organi di senso.
Gli organi di senso fanno la loro comparsa fin dal periodo embrionale corrispondente ai primi tre mesi di vita. Il tatto è l'organo di senso più importante e già nella 6a settimana di età gestazionale iniziano a formarsi le vie nervose necessarie a trasmettere le sensazioni tattili dalla periferia verso il centro. I feti percepiscono bene il contatto attraverso la parete addominale e uterina. In Olanda è stata fondata "l'aptonomia", cioè la scienza del toccare, che consiste nel toccare il bambino attraverso la parete addominale dimodochè la mamma può imparare ad accarezzare il bambino e il papà può prendervi contatto tramite il ventre della madre. Il contatto fisico è fondamentale tra genitori e figli e le esperienze con i prematuri dimostrano che i figli godevano di una salute fisica migliore quando avevano un costante contatto umano con i genitori: di qui nasce la "canguro therapy", la cui culla del bambino nato prematuramente è data dal petto di uno dei genitori. L'olfatto si sviluppa a partire dalla 7a settimana e i bulbi olfattivi cominciano ad essere reperibili verso la 9a settimana di gestazione.  All'interno dell'utero materno il feto sperimenta tutti gli odori che lo circondano. L'organo del gusto si definisce verso la 12a settimana di gestazione e si dimostra goloso di sostanze dolci. Inoltre è possibile che esperienze gustative in utero condizionino in futuro i suoi gusti. Il senso della vista si forma verso la 7a settimana di gestazione ma la funzionalità visiva si sviluppa tra il IV e il VI mese di gestazione. La luce che passa attraverso il ventre materno è debole e rossa, poco utile per distinguere in modo chiaro i particolari, ma se puntiamo un fascio di luce intensa il feto reagisce distogliendo lo sguardo e girando la testa dall'altra parte. Il senso predominante della vita prenatale è l'udito, che si sviluppa a partire dalla 8a settimana di gestazione e porta il feto a reagire perfettamente agli stimoli sonori esterni alla 25a settimana. A una voce familiare nota il suo cuore decelera, mentre una voce sconosciuta provoca un'accelerazione. Conoscere quindi anche il mondo sensoriale del nascituro ci permette di metterci maggiormente in comunicazione con lui, vivendo la gravidanza in piena libertà e fiducia nelle nostre capacità, di donne e di madri.

Dott.ssa Maria Luisa Pesce, Ostetrica

domenica 30 agosto 2015

BEN-ESSERE” e NUTRIZIONE

Quando la dr.ssa Viviana De Pace  mi ha proposto di collaborare per il suo blog ho subito pensato che avrei accettato, mi è sembrato un bel modo per rendermi utile e condividere le mie esperienze e conoscenze con chiunque ne avesse bisogno al di là delle mura del mio studio.

Mi chiamo Rosa Corigliano e mi occupo di nutrizione, sono una biologa nutrizionista, dico SONO perché per me è il mio essere oltre che il mio lavoro! 

Come primo post vorrei parlarvi in generale del concetto di nutrizione, la NUTRIZIONE è l’unico strumento che abbiamo  per il raggiungimento del benessere psico-fisico, intendendo per “Ben-Essere” uno stato che coinvolge tutti gli aspetti dell’essere umano: fisico, psichico ed emozionale. Il messaggio che voglio trasmettervi è che il cibo non è soltanto lo strumento necessario per il sostentamento quotidiano, e non è neanche soltanto un irrinunciabile piacere della vita: il cibo è molto di più! 
La parola “DIETA”, associata comunemente a un demoneha un significato profondo, deriva dal greco e vuol dire “modo di vivere” ossia un modo di fare per avere cura della propria persona , sia per quanto concerne l’alimentazione ma anche l’esercizio fisico e il riposo.
Negli ultimi anni la scienza ha dimostrato che esiste un legame indissolubile fra cibo e benessere: gli alimenti rappresentano quanto di meglio l’uomo ha a sua disposizione per prevenire malattie, contrastare sintomi e migliorare condizioni patologiche.
Conoscere gli alimenti nei loro molteplici aspetti nutrizionali consente di nutrirsi consapevolmente sfruttando in modo adeguato, a seconda delle diverse situazioni (fisiologiche e/o patologiche), ogni funzione e caratteristica di ogni singolo alimento al fine di raggiungere uno stato di benessere psico-fisico ottimale!
Dott.ssa Rosa Corigliano, Nutrizionista
PROGRAMMAZIONE NEUROLINGUISTICA Il primo pensiero di oggi ... Pnl...
Molti di voi sanno già di cosa si tratta, tanti altri non ne hanno mai sentito parlareLa , quindi cercherò in questo post di non essere scontata o noiosa e creare curiosità anche in chi già la pratica nel suo quotidiano. PNL, l'acronimo sta per programmazione neurolinguistica proprio ad indicare la presenza di una connessione tra il sistema nervoso, collegato alle nostre esperienze sensoriali, il linguaggio e dei programmi inconsci automatici o schemi comportamentali presenti in ognuno di noi, diciamo 'riprogrammabili'. Ideata negli anni settanta prese piede come  terapia psicologica, risultando uno strumento pratico per lavorare su emozioni come paure, fobie, su tic, mancanza di autostima e raggiungimento di obiettivi di successo.

Sempre più persone sono a conoscenza che dentro ognuno di noi ci sono 2 io (anche più di 2, ma per ora ci fermiamo qui), un 'Io conscio' ed un 'Io inconscio' metaforicamente rappresentati nelle loro totalità dall'immagine di un iceberg (metafora di Sigmund Freud). L'io conscio o iceberg emerso è una minima parte del tutto. L'io inconscio o parte sommersa è più del 79% ed è a sua volta collegata con quella che Jung, psichiatra svizzero del fine ottocento/inizi novecento, chiamava "coscienza collettiva", rappresentata in questa metafora dal mare circostante, argomento affascinante di cui parlerò in un prossimo post.

Oggi gli utilizzi della PNL sono molteplici, lavorare sulle emozioni, creare ottimi rapporti basati su quella che in gergo viene definita una comunicazione efficace, imparare ad avere un ascolto attivo, valutare i nostri auto-sabotaggi, migliorate l'approccio al consiglio, creare rapporti empatici (riuscendo a compenetrarsi realmente in quello che prova il proprio interlocutore, magari già solo usando una tecnica di mirroring o specchio), oltre a tanti altri rami interessanti.

Perché la PNL può far parte di un approccio coerente con lo stile di 'Pensare Naturale'?
In questo blog ci si é ripromesso di trattare ogni argomento di miglioramento, crescita personale e benessere che implichino metodi e approcci coerenti con la vita e con le sue leggi.
Credo che la PNL rispecchi le 3 prerogative citate di benessere, crescita e miglioramento rispettando l'universo uomo nella sua totalità.
Rapporti sociali, inconscio/conscio, salute psico/emozionale, relazioni, comunicazione (verbale, paraverbale e non verbale), schemi e sabotaggi istintivi, ecc, ecc.

La PNL insomma è un vero mezzo utile a creare un rapporto empatico con gli altri, perseguire obiettivi in comune e non trascurare la nostra e l'altrui parte  inconscia.
Io personalmente ho sperimentato essere un metodo grandioso nel riconoscere ciò che si prova veramente, riuscendo a bypassare il filtro della mente. Ad esempio ci si sta lamentando di qualcosa e contestualmente ci si inumidisce le labbra con la lingua,  o si approva qualcosa a parole, ma la si nega con un movimento involontario del capo. Oppure si racconta un vissuto e si guarda verso destra o ci si sistema sulla sedia mentre qualcuno dice qualcosa, oppure ci si allontana e si incrociano le braccia; le gestualità inconsce sono tantissime e vanno sempre contestualizzate, ma ognuna di queste può aprire una finestra su cosa noi stessi o chi ci è difronte realmente crede, anche quando non lo percepisce consciamente. È proprio questo il ramo della PNL che trovo più affascinante e che utilizzo come strumento cardine nei colloqui con i miei clienti. Leggere il linguaggio del corpo ci permette di affidarci meno alle parole, che spesso possono essere condizionate da chi si ha di fronte e dal contesto. In questo modo si accelera tantissimo la vera interpretazione di ogni sintomo, emozione e vissuto che ognuno di noi porta con sè.

Dott.ssa Anna Carla Di Gregorio, Farmacista

sabato 29 agosto 2015


IL PERINEO

Oggi parliamo di... perineo! Quante volte l'abbiamo sentito nominare e,  annuendo, abbiamo pensato ad una regione indistinta "lì in basso"?
Facciamo una prova. Chiudiamo gli occhi e facciamo un pugno con la mano. Sappiamo dov'è la mano, com'è fatta e a cosa serve. Siamo certe al 100% che stiamo stringendo proprio la nostra mano.  Adesso chiudiamo gli occhi e contraiamo il perineo. Siamo proprio certe di dov'è, a cosa serve e cosa stiamo stringendo? È arrivato il momento di prendere confidenza con noi stesse e di prendere consapevolezza di tutto il nostro corpo così come lo siamo delle mani e dei piedi.        
Innanzitutto facciamo chiarezza: perineo e pavimento pelvico sono la stessa cosa? No, anche se spesso vengono utilizzati come sinonimi. Il perineo è l'insieme delle parti molli (pelle, tessuto sottocutaneo e tre piani muscolari) che chiudono inferiormente la cavità addominale e pelvica e presenta nella donna tre aperture: ano, vagina e uretra.
Il pavimento pelvico chiude anch'esso la cavità addomino-pelvica nella sua porzione inferiore ma comprende anche le strutture ossee.
Immaginate il perineo come un'amaca su cui sono appoggiati i nostri organi e il pavimento pelvico come l'amaca con le sue strutture di sostegno, gli alberi ad esempio.
Perché è importante dare attenzione ai muscoli del pavimento pelvico? Questo argomento lo affrontiamo nel prossimo post... ciao!

Dott.ssa Alessia Pepe, Ostetrica

giovedì 27 agosto 2015


SE L’ANSIA SALE, PENSA “SIAMO GENETICAMENTE PREDISPOSTI A SFIDE E CAMBIAMENTI

Sin da quando ci siamo affacciati al mondo e abbiamo mosso i primi passi siamo diventati parte di un contesto che ci ha posto sfide e offerto opportunità. Gli stimoli che abbiamo ricevuto dall’ambiente in termini di accudimento e autonomia hanno influenzato la nostra crescita. Aver ricevuto affetto, protezione e fiducia nelle proprie capacità dai genitori, ma anche da altre figure significative come parenti e insegnanti ha contribuito a formare l’immagine che abbiamo di noi stessi. Ci guardiamo allo specchio e scorgiamo ferite, gioie, delusione e speranza: tutte le esperienze che abbiamo vissuto ci rendono le persone “mature” che siamo oggi. In realtà, però, non si smette mai di crescere, perché ogni giorno viviamo avventure, emozioni diverse e le cose possono cambiare da un momento all’altro. 
La menopausa è un periodo in cui ci si mette in discussione come donne  e in cui si ha il bisogno di ritrovare la serenità e armonia con se stesse e con gli altri.
Lo psicologo  Erickson ha effettuato diversi studi sul concetto di “crisi”: ogni fase evolutiva comprende un momento di crisi, superato il quale si diventa più forti e più competenti. In questo modo si può passare alla fase evolutiva successiva (costituzione della coppia, matrimonio o convivenza e figli, crescita e svincolo figli, menopausa). 
I momenti di crisi producono stress, ma è stato dimostrato da più fonti che proprio  nei momenti peggiori si fa appello alla resilienza, ovvero alle nostre risorse, punti di forza che ci permettono di superare gli ostacoli. Vince chi lotta e vince chi ha speranza, quindi restituiamo un significato positivo al termine crisi: crisi vuol dire rinascita, riscoperta di se stessi e riflessione. La crescita è il risultato delle nostre battaglie e la dimostrazione della nostra felicità che conquistiamo ogni giorno. Credere nelle nostre capacità e negli altri ci fa stare meglio con noi stessi e nell’ambiente in cui viviamo. Quando si affronta un momento particolare come la menopausa, è importante cercare uno spiraglio di luce, valorizzare i propri pregi e abilità. Questi sono alcuni degli ingredienti per vivere in modo meno traumatico questo periodo.

Dott.ssa Antonella Chibelli, Psicologa

mercoledì 26 agosto 2015

Negli anni 70 Benson scrisse un libro intitolato "The Relaxation Response". 
Era uno stimato e tradizionalista cardiologo che si imbattè in una serie di osservazioni concatenate abbastanza alternative per l'epoca. 
Era stato osservato in diversi studi scientifici che gruppi di monaci che passavano parte della loro attività giornaliera meditando andavano incontro durante queste sessioni a modificazioni della pressione arteriosa sistemica e della frequenza dei battiti cardiaci. 
Un'altra osservazione interessante era che tali benefici sembravano permanere a distanza anche quando si interrompeva la meditazione attiva.
Benson ipotizzò che questa condizione di tranquillità indotta potesse fungere da contrappeso all'iperattivazione del sistema simpatico a cui tutti siamo più o meno soggetti in seguito allo stress cronico. 
La più interessante delle osservazioni era appunto la possibilità di autoinduzione e replicazione. 
Come lo stress cronico era in grado di portare alla lunga ad ansia, aumento della pressione arteriosa e dei battiti cardiaci al contrario the Relaxation Response era in grado di causare tranquillità e modificazioni positive sull'organismo che potevano essere mantenute nel tempo. 
Egli la definì uno stato di profondo riposo in grado di modificare fisicamente ed emozionalmente la risposta dell'organismo allo stress e in grado di porsi come opposto della reazione "flight or fight "







A questo punto Benson cercò di individuare quali potevano essere gli elementi essenziali e imprescindibili di queste tecniche in modo da poterle rendere a misura del mondo moderno, più semplici possibili e per questo  praticabili da un più ampio numero possibile di persone. 
Ne trovo tre : una situazione di tranquillità e silenzio, una mente sgombra, una posizione comoda.
Possono aiutare una musica rilassante o ripetere una frase ( mantra).
Cerchiamo di costruire una tecnica di rilassamento quanto più semplice possibile. Prendetevi 10-20 minuti di tempo, scegliete un ambiente quanto più silenzioso e una posizione comoda. 
Tenere la mente sgombra non deve essere una forzatura...per aiutare a liberarsi dai pensieri della quotidianità occorre allenamento e può aiutare ascoltare una musica rilassante o ripetere un mantra. 
Anche la respirazione diaframmatica (gonfiare la pancia inspirando svuotare la pancia espirando) può aumentare il rilassamento. 
Ci sono elementi accessori come focalizzarsi su parti del corpo ma la base è molto molto semplice...
Buon relax!!!

Dr.ssa Viviana De Pace, Ginecologa

martedì 25 agosto 2015


MENOPAUSA: MOMENTO NATURALE DI PASSAGGIO
Questo blog offre una possibilità di condivisione su un tema che “colpisce” noi donne, un tempo considerate il sesso debole, ma in realtà capaci di affrontare le sfide evolutive che la vita ci pone e una di queste è la menopausa. 
Apprezzo molto che la dottoressa Viviana stia facendo confluire degli interventi di rete tra diverse figure professionali, proprio per dimostrare che la menopausa non è una malattia, ma può essere affrontata insieme. 
La menopausa è un periodo di cambiamenti, in cui gli squilibri ormonali alterano il benessere psicologico, ma aver la possibilità di esprimere il proprio malessere aiuta a non sentirsi sole e incomprese. Il confronto con altre donne e con professioniste che ogni giorno supportano donne nelle diverse fasi della vita, può essere un’occasione per scoprire le proprie risorse in un momento di destabilizzazione e riscoprire se stesse dandosi la possibilità di rinascere più forti di prima.
La menopausa assume un significato profondo nella vita di una donna e ha degli effetti sulle relazioni amorose e sulla vita sociale. Uno degli obiettivi da raggiungere è riappropriarsi o mantenere un dialogo con il proprio corpo e come giustamente scriveva la dottoressa Viviana, corpo e mente si influenzano a vicenda.
Il mio invito è quello di non chiudersi nei dubbi e nella sofferenza. Cercare conforto negli altri è un primo passo per accettare questo momento di passaggio naturale.
Mi piace pensare alla donna come ad un fiore, che nonostante le difficoltà, rifiorisce, rifiorisce e ancora rifiorisce.

Dott. ssa Antonella Chibelli, Psicologa


Menopausa meno male... Quando la mia amica Viviana ha ideato questo provocatorio nome per il suo blog, ho subito sentito come, senza esserci parlate, inconsciamente  vedevamo ottimisticamente questo importante passaggio che ogni donna prima o poi affronta . 
Sono consapevole che lei da ginecologa empatica  e sensibile, quale è, si compenetra pienamente nelle sofferenze e difficoltà che quotidianamente le sue clienti le mostrano affacciandosi a questo 'passaggio obbligato'. Ciò nonostante risulta evidente che nella scelta del nome è prevalso il suo modus ottimistico e naturale di vivere questi passaggi. 
Gliene da conferma il modo in cui ha affrontato le sue due gravidanze. Dire che fosse la neo-mamma più naturale, e per naturale intendo secondo natura, ed ottimista, ma allo stesso tempo concreta e spensierata, sarebbe un semplice eufemismo. Ecco, credo, che consciamente o inconsciamente, con questo nome lei abbia evidenziato il doversi sentire in perfetta armonia con i cambiamenti che la vita dispone per noi donne in questi importanti momenti. Cercherò, quindi, post dopo post di illustrare quanto questo passaggio difficile ed obbligato possa sposare invece un'esistenza di ogni donna, del suo percorso interiore ed infine della naturale vita. Sarà questo l'obiettivo che mi sono prefissa, grazie a questo blog, dare un piccolo aiuto, sperando che ognuna di noi possa trasformarlo interiormente in un grande passo per il proprio cammino evolutivo. Ovviamente sempre rispettando il vissuto ed il sentire di ognuna, anzi offrendo anche delle strategie naturali che negli anni hanno dato ottimi risultati alle mie clienti su tutto ciò che la menopausa porta con sè.

Dott.ssa Anna Carla Di Gregorio, Farmacista

Uno dei più comuni sintomi legati alla menopausa è costituito dal disagio locale dovuto alla privazione estrogenica. 
I tessuti del tratto urogenitale che hanno recettori per gli estrogeni e per gli androgeni reagiscono alla menopausa perdendo in idratazione e elasticità con conseguente secchezza, prurito e difficoltà ai rapporti.







Ciò determina anche un maggior rischio di sviluppare vaginiti o vaginosi batteriche o micotiche. 
Esistono ormai sul mercato tantissimi prodotti da banco o prodotti farmacologici per queste problematiche normalmente presenti in creme o gel ad uso esterno, interno o ovuli. 
I prodotti fitoterapici o naturali utilizzano sostanze idratanti o elasticizzanti come l'acido ialuronico, la vitamina E o gli isoflavoni di soia. 
Esistono inoltre prodotti locali a base di estrogeni con un dosaggio ridotto e un buon profilo di sicurezza. 
Il tipo di terapia viene definito durante la visita ginecologica poichè dipende solo in parte dalle sensazioni soggettive della paziente. 
Ad esempio nelle donna in menopausa anche patologie come il lichen vulvare determinano prurito, ma la terapia e il follow up sono completamente diversi. 
Non dimentichiamo infine di utilizzare un detergente specifico per la menopausa che rispetti il pH vaginale e contenga anche sostanze naturali ad azione calmante ed elasticizzante. 

Dr.ssa Viviana De Pace, Ginecologa
COSA SUCCEDE IN MENOPAUSA AL TUO CORPO
Partiamo dal principio e dalla componente biologica della tua attuale situazione. 
In medicina la diagnosi di menopausa si fa a posteriori dopo un anno dall'ultima mestruazione. 
La scomparsa del ciclo e i tipici sintomi della menopausa sono dovuti al calo degli ormoni estrogeni. 
Un dubbio che spesso hanno le donne che visito è se esista un modo per portare avanti la vita delle ovaie... Non esistono terapie di questo tipo poiché il patrimonio follicolare che influenza la produzione di ormoni è predeterminato alla nascita. 
La produzione di ormoni da parte delle ovaie non si interrompe però improvvisamente, ma esiste una produzione residua di ormoni infatti se le ovaie vengono asportate chirurgicamente i sintomi sono ancora più accentuati. 
I sintomi da calo di estrogeni sono le vampate, tachicardie, sudorazioni, ma anche incontinenza, dolori articolari, dolore ai rapporti... Sono tutti sintomi che derivano dalla carenza di ormoni. Quando tali sintomi creano un disagio quotidiano nella vita della donna si può prendere in considerazione la terapia sostitutiva. Nei prossimi post esamineremo un sintomo alla volta. Ti vengono in mente altri sintomi che vuoi che siano esaminati?


Dr.ssa Viviana De Pace, Ginecologa


lunedì 24 agosto 2015



MENOPAUSA MENO....MALE


Si lo so...il titolo dell'articolo può far indispettire se stai attraversando una burrascosa perimenopausa tra vampate, irritabilità e insonnia.
Però diciamocela tutta... In realtà non è solo ciò che ti sta accadendo a livello fisico, ma è che proprio non te lo aspettavi e non sei ancora pronta ad accettarlo. 

Il mio lavoro quotidianamente mi dà grandi soddisfazioni, ma con le donne che stanno attraversando questa fase della vita ho sempre la sensazione di non avere mai abbastanza tempo. 
Sono così tante le cose da spiegare : i cambiamenti fisici, l'accettazione di una nuova fase della vita, le possibilità di crescita interiore, capire davvero cosa siamo e cosa siamo disposte a fare per noi stesse. 
Quanto ci conosciamo davvero?
Quanto tempo dedichiamo ai nostri bisogni?
Se anche il nostro corpo in questo momento ci chiede più attenzione siamo disposte a tirare dritto e vedere se il campanello di allarme si silenzia da solo?
Tutto ciò che ho elencato è superabile insieme. 
Ti chiedo però due piccoli sforzi...
Il primo è cambia prospettiva: 
i momenti difficili possono essere uno spunto per una crescita interiore se sei disposto a cambiare prospettiva e dedicare un po di tempo a te stessa. 
Il secondo è ogni tanto vieni a trovarmi sul blog:
ti metterò a disposizione i consigli di tutte le mie amiche specializzate in naturopatia, omeopatia, nutrizioniste, coach motivazionali, psicologhe, esperte in benessere e in estetica. 
Ispiriamoci al principio della sorellanza e aiutiamoci reciprocamente. 
Perché noi siamo importanti!!

Dr.ssaViviana De pace, Ginecologa
La preparazione al parto...
Se vi dicessi "PARTO" cosa mi direste? Qual è il primo aggettivo, la prima emozione, il primo stato d'animo che vi suscita questa parola? Che pensieri vi attraversano la mente?
La tocofobia(o paura incontrollata del parto) è figlia di una cattiva preparazione al parto o meglio di una certa preparazione al parto. 
Scrive Leboyer  alla donna che chiede :"Che cosa devo fare per partorire bene?", Michel Odent risponde:"Dimentica tutto quello che hai imparato." Questa è una critica alla preparazione "scientifica" al parto che si è andata affermando ed è ancora presente ai nostri giorni.
Chi lavora come me nel settore materno-infantile si rende conto che l'istituzione non è in grado di contenere la paura che può aleggiare in una sala parto, ma anzi è essa stessa fonte di paura. E come ben sappiamo la paura genera adrenalina, che è nemica dell'ossitocina e non le consente di fare il suo corso e permettere alla madre di rilassarsi e abbandonarsi.
Come fare per vincere questa "paura"? Innanzitutto correggendo i termini con i quali ci esprimiamo perchè il condizionamento culturale è molto forte. Ad esempio chiamiamo l'andamento del parto "travaglio", che in italiano vuol dire "grave pertubazione e afflizione", non travailler francese che vuol dire semplicemente "lavorare". Le contrazioni si chiamano "dolori", a prescindere dal  momento nel quale si presentano nonostante sappiamo che quelle iniziali non sono dolorose. Siamo concentrati sul dolore e sulla sofferenza . Ma qual'è il ruolo del dolore?E' davvero necessario?La funzione genetica del dolore è quella di proteggere il corpo da danni, dando l'allarme quando c'è un pericolo. Ma quando nasce un bambino c'è un'aggressione in atto visto che parliamo di dolore? In realtà, da un punto di vista strettamente fisiologico, il corpo del bambino aggredisce l'integrità del corpo materno, attivando quindi un'allarme e il corpo della madre inizia ad attivare reazioni di difesa come cambiamenti ormonali, modificazioni fisiche e movimento  , perchè ogni volta che c'è una grande forza in atto, l'immobilità è impensabile! Il dolore inoltre attiva la cascata di ormoni necessaria per uno svolgimento fisiologico del parto. E poi il dolore spinge verso la separazione dal bambino, che probabilmente non verrebbe fatta spontaneamente. E' dolore perchè bisogna distaccarsi da ciò che è parte di noi, ma contemporaneamente è altro. In una mia esperienza di parto, la donna dopo lunghe ore di travaglio ad un certo punto disse: "Ti lascio andare. Vieni al mondo." , e solo allora la sua bambina nacque. Il dolore trasforma, mette alla prova la nostra forza,crea quell'esperienza limite che porterà alla nascita non solo di nostro figlio, ma di una MADRE.  Ma è giusto comunque attribuire a questo viaggio così magico il termine "dolore da parto"?
Non sarebbe più giusto definirlo, come fanno in altre culture, "onda del parto" dalla quale ci dovremmo far travolgere e che permettere al bambino di venire al mondo? E partendo da questo cambio di terminologia, non potremmo dar vita ad una rivoluzione culturale e sociale dove vinciamo la "paura" ridando fiducia nella preparazione della donna a partorire e del bambino a nascere? Una preparazione dove la donna è ascoltata, accolta e sostenuta, avendo l'orecchio sgombro da pregiudizi e l'occhio attento dello scienziato come dice Leboyer. Ed infine non sarebbe giusto restituire al parto, attraverso la sua preparazione, la sua veste di evento fisiologico, esattamente come lo è inghiottire, andare di corpo, masticare, allattare, camminare?

Dott.ssa  Maria Luisa Pesce, Ostetrica

sabato 22 agosto 2015

Perché dal punto di vista filogenetico le Emozioni sono in grado di determinare cambiamento nel Corpo Umano?
La parte primordiale del Cervello ( il Sistema Limbico e l'Amigdala ) opera nel 2015 con gli stessi processi reattivi che avvenivano nell'Uomo Primitivo. 
Poiché migliaia di anni fa le aggressioni che l'Uomo si trovava a fronteggiare erano soprattutto di tipo Fisico, il Cervello, che registrava un impulso di Paura o di Rabbia, in generale di Stress, metteva in atto il processo che in medicina si chiama di "Fly or Fight". 
Cosa significa?
Che in caso di aggressione fisica l'Uomo primitivo reagiva decidendo se Scappare (Fly) o Combattere (Fight). 
Ciò implicava che in seguito alla Percezione dello Stress venivano attivati il sistema Muscolare e Cerebrale attraverso neurotrasmettitori e ormoni specifici come il cortisolo, l'adrenalina e la noradrenalina. 
Tale attivazione garantiva una risposta pronta dell'organismo in caso di attacco improvviso. 
Ovviamente venivano messi temporaneamente a riposo apparati che in quel momento risultavano di secondaria importanza come il Sistema Immunitario, l'Apparato Sessuale e il Sistema Digestivo. 
In questo modo le Emozioni attivate dai 5 Sensi determinavano rapidamente una reazione dell'organismo. 
Oggi il corpo umano risponde sempre allo stesso modo, ma è variato il tipo di Stress a cui siamo sottoposti. 
Le Aggressioni sono meno di tipo fisico e lo Stress è maggiormente psicologico. 
Se migliaia di anni fa l'eventualità di aggressione fisica era alternata a lunghe fasi di riposo, oggi lo stress è di tipo cronico.
Le fasi di riposo sono ridotte al minimo storico e apparati come il Sistema Immunitario e l'Apparato Digerente sono costantemente depressi con conseguenze sotto gli occhi di tutti. 
Ci troviamo quindi costantemente in uno stato di allerta che comporta una riduzione delle difese immunitarie e una iperattivazione del Sistema Nervoso Centrale. 
Il tema è stato oggetto di studio dagli anni 60 in poi, identificando una connessione specifica fra aumento dello stress, della percezione di emozioni negative e dello stato di insoddisfazione personale in genere e aumento del rischio di sviluppare problemi di salute in generale, ma in particolare ipertensione e problemi digestivi. 
D'altro canto sono state elaborate tecniche specifiche per indurre uno stato di rilassamento che si contrapponga allo stato di stress costante. 
Domani parleremo del libro "The Relaxation Response" il libro precursore che identificò nelle tecniche di meditazione orientali i principi essenziali per costruire una tecnica di rilassamento occidentale quanto più semplice possibile 

Dr.ssa Viviana De Pace, Ginecologa

giovedì 20 agosto 2015

Dopo la breve pausa di ieri continuamo ad esaminare le connessioni fra benessere del corpo e benessere della mente.
Infatti già nel 1982 l'OMS affermava che la salute non è semplicemente assenza di malattia, ma è uno stato di benessere fisico, psichico e sociale.
L'influenza delle emozioni sul benessere e la salute dell'organismo sono state ampiamente dimostrate. Se consideriamo il fenomeno in senso lato basta prendere in considerazione la potenza della psiche sul corpo dell'effetto placebo.
Se la mente è convinta che il corpo sta per sentirsi meglio produrrà una cascata di sostanze con effetto antalgiche con effetto benefico per l'organismo.
L'effetto placebo è sempre stato considerato una cosa negativa. Uno scherzo della mente.
Invece come dice la Dr.ssa Lissa Rankin nel libro "La mente supera la medicina" è la dimostrazione del potente effetto della mente e delle emozioni sull'organismo.

D'altra parte già Socrate diceva che non esiste una malattia del corpo che prescinda dalla mente.
Quali prove abbiamo per sostenere che il potere della mente può cambiare il corpo?
Quali forze fisiologiche potrebbero spiegare tali fenomeni ?
Come potremmo usare queste forze di guarigione a nostro vantaggio?

Dr.ssa Viviana De Pace, Ginecologa

Cos'è la crescita personale?



Questo blog ci permette di riflettere su un tema profondo, che ci tocca da vicino: la crescita personale. Cosa vuol dire crescere? Maturare? Migliorarsi? Superare i propri limiti?
Sin da quando ci siamo affacciati al mondo e abbiamo mosso i primi passi siamo diventati parte di un contesto che ci ha posto sfide e offerto opportunità. 
Gli stimoli che abbiamo ricevuto dall’ambiente in termini di accudimento e autonomia hanno influenzato la nostra crescita. Aver ricevuto affetto, protezione e fiducia nelle proprie capacità dai genitori, ma anche da altre figure significative come parenti e insegnanti ha contribuito a formare l’immagine che abbiamo di noi stessi. 



Ci guardiamo allo specchio e scorgiamo le ferite, le gioie, la delusione e la speranza: tutte le esperienze che abbiamo vissuto ci rendono le persone “mature” che siamo oggi. In realtà, però, non si smette mai di crescere, perché ogni giorno viviamo avventure, emozioni diverse e le cose possono cambiare da un momento all’altro. 
È importante  cercare di preservare se stessi e i propri desideri: adattarsi alle situazioni, essere flessibili, ma conservare la propria anima. 
Lo psicologo  Erickson ha effettuato diversi studi sul concetto di “crisi”: ogni fase evolutiva comprende un momento di crisi, superato il quale si diventa più forti e più competenti. In questo modo si può passare alla fase evolutiva successiva (nascita, età pre-scolare, età scolare, adolescenza e svincolo dalla famiglia, matrimonio o convivenza e figli). I momenti di crisi producono stress, ma mettere in discussione il passato, le relazioni e se stessi coltivando la speranza di ottenere il meglio, è sintomo di rinascita. È stato dimostrato da più fonti che proprio nei momenti peggiori si fa appello alla propria resilienza, ovvero alle nostre risorse, punti di forza che ci permettono di superare gli ostacoli. Vince chi lotta e vince chi ha speranza, quindi restituiamo un significato positivo al termine crisi: crisi vuol dire rinascita, riscoperta di se stessi e riflessione. La crescita è il risultato delle nostre battaglie e la dimostrazione della nostra felicità che conquistiamo ogni giorno. Credere nelle nostre capacità e negli altri ci fa stare meglio con noi stessi e nell’ambiente in cui viviamo.

Dott.ssa Antonella Chibelli, Psicologa. 
Il post di oggi è scritto dalla Dr.ssa Antonella Chibelli, Psicologa, con cui ho lavorato durante lo scorso inverno ad un progetto nelle scuole.
Poiché a mio tempo non sono stata esattamente a mio agio nei panni di adolescente, essendo mentalmente piuttosto rigida, non riuscivo ad apprezzare le incongruenze e le sfumature di questa fase della vita, sono rimasta affascinata nel vedere come la dott.ssa riusciva a tenere incollati alla sua presentazione 40 ragazzi scalmanati per volta.
Lavorare con lei e con i ragazzi ha permesso a me stessa anche di fare pace con quel periodo della mia vita.





                                                          



Mi chiamo Antonella, ho 27 anni e realizzo il mio sogno ogni giorno facendo la psicologa. 
Ho sempre voluto lavorare al fianco delle persone e  Credo sia possibile conquistare il benessere chiedendo aiuto nei momenti difficili. Mi piace molto organizzare incontri a tema in cui si condividono emozioni ed emergono i punti di forza di ognuno di noi. Lavoro con genitori, coppie, bambini e adolescenti e mi sto specializzando nella terapia sistemica, in quanto sono convinta che il contesto in cui viviamo può essere fonte di gioia o di disagio. Collaboro con un consultorio familiare e con associazioni che promuovono il benessere individuale e sociale.
Amo il mio lavoro, ma al primo posto nella mia vita ci sono gli affetti. Ritengo sia importante non perdere di vista se stessi e far di tutto per raggiungere la propria felicità a partire dal migliorare se stessi e la qualità delle relazioni che viviamo. 




mercoledì 19 agosto 2015

Il post di oggi è scritto dalla Dott.ssa Di Gregorio Anna Carla mia carissima amica da più di 15 anni. Durante il nostro percorso di crescita personale Anna Carla ha messo il turbo e ora io posso solo rincorrerla da lontano. Sono sicura che i suoi post saranno terribilmente preziosi per tutti noi.







Mi chiamo Anna Carla, ho 37 anni, sono una farmacista 'sui generis'. Laureata in farmacia in anticipo a 23 anni e con il massimo dei voti, come a voler bruciare con foga ogni tappa per poter finalmente entrare nel mondo del lavoro ed esprimere pienamente me stessa. La delusione non tardò ad arrivare, come informatrice scientifica prima, in azienda dopo ed in farmacia privata infine; di esprimere sè stessi non se ne parlava! 
Iniziava così a farsi sentire in me una forte voglia di sbocciare e abbandonare ciò che erano gli schemi che la società imponeva. 
Allora rieccoci a studiare... Scuola di omeopatia, scuola di naturopatia, scuola di Counseling olistico, scuola di medicina funzionale, diploma di nutritional consultant, di omotossicologia, studi in fitoterapia, chinesiologia applicata anche all'ambito psicoemozionale, Pnl, ayurveda, medicina tradizionale cinese e percorso di risveglio dell'anima. Insomma un bagaglio che da undici anni a questa parte si è sempre più arricchito ... Forte di quanto la via olistica fosse la mia identità decisi nove anni fa di aprire una società e di diventare imprenditrice di una grande parafarmacia olistica, poi diventate 2 tre anni fa, la seconda più dedicata all'aspetto nutrizionale e preventivo.
Oggi il mio obiettivo è dare ad ogni cliente la visione globale che solo la medicina olistica permette, riuscendo a partire dal sintomo o dal malessere per costruirne una mappa  personale atta a valutare le cause psico-emozionali e nutrizionali oltre che sociali che hanno portato a perdere quell'equilibrio omeostatico di benessere.
E così esprimendo me stessa pienamente ho visualizzato uno degli obiettivi più importanti da portare avanti e cioè aiutare anche gli altri ad "esprimere totalmente se stessi" attraverso tutti questi mezzi da me acquisiti negli anni.

martedì 18 agosto 2015

Auguri Federico!!!


Avevo già pronto il filo mentale dei miei prossimi post, ma ho deciso di prendere una pausa di un giorno. 

Ho deciso di dedicare questo post alla Self Compassion. 
L' estate mi ha dato una bella lezione di vita. 
Quanto più investi nelle persone tanto più ti sentirai svuotata se si allontaneranno da te. 
Si può incolpare loro per questo senso di delusione? Non è stato forse un nostro errore di valuzione a dar loro il potere di farci stare male?
Poichè credo fortemente nel pensiero positivo, voglio trovare un significato di crescita interiore in ciò che mi è successo. 
Nel processo che mi ha portato a migliorare ciò che ero ( almeno credo)  è stato importante il libro "I doni dell'imperfezione" di Brenè Brown. 
Ero convinta (e lo era anche la sua autrice) che i risultati e la felicità a cui ambiamo tutti si ottengono col duro lavoro, i sacrifici e la concentrazione. 
Quando si sbaglia si paga, che l'errore sia il tuo o dell'altro. 
L'autrice, psicologa ricercatrice di fama internazionale, durante l'elaborazione dei dati di uno studio sulla qualità della vita, si rese conto, con grande disappunto, che le persone concentrate sulla meta, che praticavano il perfezionismo per raggiungere i propri traguardi, erano le più insoddisfatte. 
Le persone più felici non erano latitanti nei loro doveri e si impegnavano altrettanto, ma erano compassionevoli con i propri errori e con quelli degli altri. 
Scoprì anche che il sentimento di vergogna, che si accompagna ai nostri errori e alla sensazione di fragilità umana, è un potente veleno della felicità. 
A quel punto cominciò a definire le caratteristiche degli individui che hanno alti livelli di soddisfazione personale e si reputano felici. 
E scoprì la Self Compassion. 
Self compassion non significa autocommiserazione, tutt'altro.  
Significa però ammettere di non essere perfetti, che si può sbagliare e continuare ad amare se stessi e gli altri al di là dell'imperfezione che ci circonda. 
Le persone compassionevoli sono ottimiste e, nel percorso che le porterà ai loro obbiettivi, cercano di godersi la vita insieme ai loro affetti. Aiutano gli altri spontaneamente e senza una prospettiva di ritorno personale. 
Al tempo stesso mantengono i confini dei loro spazi e cercano di fare nella loro pratica quotidiana anche qualcosa per se stessi. 
Alla maggior parte di noi la Self Compassion non viene spontanea, ma è un percorso interiore di crescita personale che richiede costanza. 
Oggi io voglio fare questo...VOLERMI BENE. 
Magari passerò un giorno di tristezza perché mi sono fidata, ma questa tristezza scivolerà via e voglio continuare a fidarmi, perché sono la fiducia e l'amore che rendono bello il mondo.  
E tu... Quando cominci ad applicare la Self Compassion?

Dr.ssa Viviana De Pace, Ginecologa

lunedì 17 agosto 2015


La Biologia delle Credenze di Bruce Lipton.












Tutto è partito da questo libro che ho letto su consiglio della mia amica Anna Carla. 
Il concetto principale su cui si basano queste teorie é il fenomeno dell' Epigenetica.
Durante i miei studi di Medicina Cinese mi é rimasto impresso un detto cinese di migliaia di anni fa: Se vuoi vivere a lungo scegliti i genitori.
Incredibile come il concetto di genetica fosse già stato intuito ai tempi dell'antica Cina. 
Siamo geni, ma è anche vero che ciò che ci circonda é in grado di influenzare l'espressione genica attraverso l'azione delle cosiddette proteine regolatrici. 
Possiamo possedere un gene, ma per una serie di circostanze fortunate o sfortunate (dipende dal tipo di gene) potrebbe non esprimersi mai. 
Ciò però pensavo fosse vero per tutto ciò che di realmente fisico ci circonda... Le emozioni mi sembravano una cosa piuttosto astratta e temporanea. 
Invece studiando ho scoperto che le emozioni attivano la produzione di scariche di peptidi che hanno influenza sull'intero organismo. Ciò che proviamo determina ciò che siamo fisicamente!!
Anche per te è un concetto troppo distante da ciò che siamo abituati a pensare?
Per me é stato l'inizio di un nuovo modo di concepire me stessa..

Dr.ssa Viviana De Pace, Ginecologa

domenica 16 agosto 2015

Ciao mi chiamo Viviana, ho 35 anni e per passione faccio la Ginecologa!! 
Sono Vegana e ho praticato Yoga e meditazione Vipassana.
Quando mi laurerai nel 2005 spinta dal desiderio di Pensare Naturale e dal piccolo spazio di manovra con i farmaci che mi dava l'Ostetricia cominciai a studiare le Medicine Naturali e mi appassionai all' Agopuntura e alla Medicina Cinese.
Quando mi specializzai nel 2010 pensavo di avere tutti gli strumenti in mano per garantire a chi si sarebbe affidato a me un valido aiuto...
Devo dire che in effetti il mio lavoro mi dà grandi soddisfazioni, ma sempre più spesso ho la fastidiosa sensazione che se il paziente ha una predisposizione mentale negativa il processo di guarigione sia rallentato.
Leggendo ho scoperto che, se è vero che il benessere non è solo assenza di malattia, è ormai scientificamente provato che sentirsi bene con se stessi allontana la possibilità di ammalarsi.  
Da circa tre anni ho letto qualsiasi cosa sia stata pubblicata sulle connessioni esistenti fra le Emozioni e la Malattia...
Ora tutto ciò che desidero e condividere con gli altri...
Desidero creare una Community di persone convinte di poter fare la differenza, che hanno fatto della salute e del benessere il loro lavoro e lo svolgono con passione.
Condividiamo le nostre storie e i nostri progetti e aiutiamoci reciprocamente a realizzarli.
Pubblicherò qualsiasi cosa sia in linea con i valori della tolleranza, del rispetto per il pianeta e le persone.
Entriamo in uno stato mentale positivo e attrarremo la bellezza intorno a noi!!