mercoledì 30 marzo 2016

Ti accompagno alla nascita!

Frequentare un corso di accompagnamento alla nascita riveste oggi più che mai la sua importanza, è un' occasione privilegiata per la donna di fermarsi per dedicare tempo a se stessa e al bimbo in arrivo. Frequentare un corso di accompagnamento alla nascita, indipendentemente da cosa si fa e da come si articola, è di per sé terapeutico in quanto il corso diventa lo spazio in cui ci si prende cura di se stesse. Le mamme dedicano speciale attenzione ai propri vissuti, si ascoltano ed accolgono i cambiamenti della gravidanza, i cambiamenti di ruolo, le nuove emozioni, le paure emergenti. Si ha la preziosa opportunità di maturare scelte informate attraverso il confronto e lo scambio con gli operatori e con le altre mamme. Ci sono incontri dedicati a sole donne, altri destinati alle coppie.
Negli incontri di coppia il futuro papà scopre cosa può fare per dare sostegno fisico e psicologico alla sua compagna durante la gravidanza, il travaglio, il parto e nel dopo-parto. Ad esempio, si provano insieme  esercizi di  respirazione, alcuni massaggi e le posizioni antalgiche che le donne possono assumere in travaglio e parto col supporto di chi le accompagna.






Un tempo per “fermarsi”...

Nella nostra società il ruolo della donna coincide spesso con quello della donna che lavora dentro e fuori casa; la competizione con l’altro sesso e il voler dimostrare costantemente la parità di diritti e doveri, conducono la donna, nonostante il suo stato di gravidanza, a non “fermarsi”, a non assecondare i nuovi bisogni che la maternità comporta “.
Anche le leggi che tutelano le madri lavoratrici in regime di dipendenza consentono da alcuni anni di lavorare il più a lungo possibile in gravidanza a favore di un’assenza maggiore nel dopo parto, al pari delle libere professioniste, che già naturalmente lavorano sino alla fine della gravidanza, proprio per ritagliarsi un tempo maggiore da dedicare al figlio nel dopo il parto. Questo nuovo scenario sociale costringe spesso le donne in attesa  a non dedicare tempo né a se stesse né al bimbo. Quanto di più sbagliato, perché il rapporto con il bimbo/a in arrivo si dovrebbe costruire già da ora: più precoce e intenso è questo rapporto in gravidanza tanto più stabile ed equilibrato sarà il rapporto dopo la nascita.

Monica Dal Molin, Educatrice Perinatale

domenica 20 marzo 2016

Fibromialgia: quando il corpo dice STOP

La fibromialgia o sindrome fibromialgica o sindrome di Atlante, da wikipedia è definita come una sindrome caratterizzata da dolore muscolare cronico diffuso associato a rigidità.
La sua diagnosi e caratteristiche cliniche sono controverse.
Le possibili cure sono oggetto di continui studi; la malattia potrebbe essere riconducibile all'attività lavorativa svolta dal soggetto debilitato.
 La reale eziologia è sconosciuta, ma è considerata una malattie reumatiche.
Gli indici di infiammazione risultano nella norma.
Prevalentemente interessati dal dolore sono: la colonna vertrebrale, le spalle, il cingolo pelvico, braccia, polsi, cosce.
Al dolore cronico, che si presenta a intervalli si associano spesso disturbi dell'umore e in particolare del sonno, nonché astenia, ovvero affaticamento cronico.
Inoltre la non-risposta ai comuni antidolorifici, nonché il carattere "migrante" dei dolori, sono peculiari della fibromialgia.
Ma ci siamo mai chiesti quali sono i motivi fisici ed emotivi che scatenano questa fastidiosa sindrome?
Una delle sicure cause scatenanti è un non corretto scambio tra calcio e magnesio nella cellule muscolare, infatti il calcio presente nel sangue serve ad attivare l'actina delle fibre muscolari, che insieme a miosina e altri filamenti determina la contrazione, mentre il magnesio dà una modesta carica elettrica che sposta il calcio dalla parte opposta della cellula, invertendo la contrazione.
E quindi somministrare da solo il magnesio serve a poco.
Sicuramente una carenza di questo minerale magari legata allo stress, visto che il magnesio ha una sua importante funzione a livello di catabolismo, quindi lo smaltimento, di catecolamine adrenergiche, che sono anche la causa di un aumentata richiesta d'ossigeno da parte delle cellule muscolari.
Inoltre alti livelli di catecolamine, sempre legate allo stress, inducono lipolisi e generazione di acidi grassi liberi che, chelando il magnesio libero, lo sequestrano a livello intra-cellulare sotto forma di sale ed aumentano il deposito di magnesio a livello extra- cellulare, i suoi effetti si manifestano anche a livello intra-cellulare.
Da qui capiamo come calcio magnesio e ossigeno risultano utili in un sintomo cronico di affaticamento muscolare, ergo iniziare ad alcalinizzare con complessi di sali minerali specifici ed una dieta alcalinizzante e praticare respirazioni più efficaci, magari aiutandosi con tecniche di meditazione o sport aerobici, ridurre fumo e vaso costrittori come le xantine del caffè (ed evitare abusi di quei farmaci come gli inibitori di pompa acida o anche detti in gergo gastroprotettori, che riducono l'assorbimento di calcio e magnesio, o alimenti come glutine e latte che in molti soggetti possono appiattire l'assorbimento riducendo l'area disponibile dei villi intestinali)possono iniziare a darci una grande mano.



Possiamo aggiungere anche un'importante molecola endogena che facilmente si depaupera in situazioni stressogene o con l'uso di farmaci anticolesterolemici (la famiglia delle statine), il coenzima Q10 che aiuterà il muscolo nella sua funzione di contrazione.
Per ciò che riguarda l’eccessiva distruzione del Coenzima in questione concorrono gli alti livelli di radicali liberi prodotti da un’elevata ossidazione conseguente ad una super alimentazione o per infiammazioni croniche, o a periodi di stress prolungati.
Come naturopata mi interessa analizzare il significato psicosomatico della fibromialgia, e quindi il messaggio di cambiamento che la vita attraverso questa esperienza vuole farci arrivare.
Statisticamente questa è una sintomatologia che interessa più frequentemente donna sui 40 anni o più, che spesso vivono la propria esistenza mettendo avanti gli altri, con sacrifico, sentendo forte in loro la sensazione di non riuscire mai a fare abbastanza.




Non ascoltare i segnali che la vita ci da e le richieste del corpo e sostituire la parola ”voglio” al “devo”, spesso trascurando la propria salute, scaricando  la propria carica vitale in favore dei "doveri" verso gli altri, spesso mal volentieri.
Sicuramente possiamo parlare di una sorta di “depressione muscolare”, ed infatti uno dei farmaci più prescritti in queste sindromi sono gli anti depressivi attivi sul reuptake della serotoniona, e quindi come una gabbia che imprigiona dolorosamente i muscoli e rendendo faticosa le azioni quotidiane
Una sofferenza interiore che arriva a localizzarsi nei muscoli per bloccare azioni che non vorremmo fare, ma dobbiamo, ignorando così il nostro sentire.
Una miscela di Fiori di Bach che potrebbe aiutare il cliente che vive queste emozioni e questi disagi fisici sono: Gorse, Pine, Elm, Rock Water, Olive, Impatients, Larch, a cui aggiungerei Wild potato bush australiano, quest'ultimo fiore è indicato per chi non si trova in armonia con il proprio corpo fisico.
Spesso queste persone sentono il bisogno di andare al di là delle proprie limitazioni fisiche, come se il corpo li trattenesse e li opprimesse.
Per la sensazione di oppressione e di essere imprigionati in una personalità che non ci appartiene più.
E' una essenza indirizzata alla frustrazione della limitazione.
Utile in tutte quelle malattie in cui c'è frustrazione dovuta alla diminuita funzionalità fisica, infatti queste persone sentono un forte peso sulle loro spalle.
Ridurre lo stress.
Poiché è dimostrato che la sintomatologia si acuisce spesso nei momenti di stress e di preoccupazione, come altresì alcune persone riferiscono che in vacanza hanno avuto una temporanea remissione dei sintomi, un consiglio valido è quello di concedersi spesso pause e momenti rilassanti.
Vacanze termali e meditazione potrebbero aiutare, oltre che una costante attività fisica aerobica e passeggiate ossigenanti nella natura.
Anche migliorare l'alimentazione rendendola quanto più alcalinizzante antinfiammatoria e ricca di sali di magnesio e calcio. può dare un buon supporto nell'alleviare i sintomi.

Anna Carla Digregorio, Farmacista olistica.

domenica 13 marzo 2016

Il cioccolato... dalla produzione alla nostra tavola

Il cioccolato viene ricavato dalla bacche dell’albero del cacao, il più comune albero si chiama Forastero e soddisfa il 90% della produzione mondiale, poi esiste il Criollo e il Trinitario. Raggiunta la maturità l’albero produce circa 15-30 bacche ossia 2,5kg di cioccolato all’anno. La maggior parte delle fave di cacao provengono da coltivazione dell’Africa centrale e Brasile. Da una bacca si ricavano circa 20 semi o fave di colore porpora, una volta raccolti vengono messi in scatole e coperti da fogli di iuta avviando così il processo di fermentazione. Tale processo trasforma gli zuccheri del seme in acido lattico e acetico e uccide il germe, lo priva del sapore amaro e attiva tutti gli enzimi precursori dei composti che conferiscono il piacevole sapore. Dopo la fermentazione che dura 9 giorni circa si procede all’essiccazione, durante tale processo il seme perde molta acqua per cui riduce notevolmente il suo peso e la sua percentuale di umidità non supera il 7%. Una volta essiccati, i semi vengono messi in sacchi da circa 100kgr e vengono preparati per la spedizione. Ovviamente i responsabili degli acquisti ispezionano il prodotto, prendono un certo numero di semi a campione da ogni sacco, lo aprono e controllano che il colore sia uniforme, marrone scuro e non porpora, solo la completa trasformazione di colore è indice dell’avvenuta fermentazione.
Una volta arrivati in fabbrica i semi vengono selezionati manualmente, separati da tutti i residui dei baccelli e tostati, i chicchi poi vengono macinati e siccome sono formati da burro di cacao per il 53% si trasformano in una pasta densa. Il calore generato dalla macinatura fa si dà creare il liquido di cioccolato che viene lasciato solidificare in delle forme chiamate pani di cioccolato amaro. A questo punto asseconda se diventerà cioccolato o cacao verrà trattato diversamente.
Se deve diventare cacao il pane di cioccolato viene pressato, così facendo si separa il burro di cacao dal cacao vero e proprio, quest’ultimo viene polverizzato, impacchettato e venduto.
Se deve diventare cioccolato il panetto viene unito col burro di cacao della precedente lavorazione e macinato per ottener un impasto omogeneo unitamente allo zucchero, durante tale fase viene riscaldato e raffreddato varie volte così facendo la tavoletta che si otterrà sarà lucida. Viene quindi versato nelle forme di tavoletta, raffreddato, incartato e venduto.







Ora veniamo alla parte bella….proprietà e benefici.



Il cioccolato è un ottimo alimento energizzante, che trova posto in una dieta ben bilanciata. I principali ingredienti del cioccolato vero sono quindi burro di cacao e zucchero a meno che non si tratti di cioccolato al latte perché qui c’è appunto l’aggiunta del latte. Il cioccolato quindi essendo di origine vegetale è ricco di flavonoidi che sono degli ottimi antiossidanti, inoltre recenti studi hanno dimostrato che i suoi grassi non contribuiscono all’aumento del colesterolo purché ovviamente non si esageri! Il cioccolato fornisce una quantità notevole di argininache dilata i vasi sanguigni e contribuisce a regolare il flusso sanguigno, contiene anche fenilalanina che è un neuro trasmettitore prodotto normalmente dal corpo nei momenti di euforia per cui è considerato un ottimo antidepressivo. Ovviamente per tutto ci sono i pro e i contro…il cioccolato è eccitante e può causare ansia e nervosismo, inoltre come ho già detto è ricco di arginina e questa stimola la replicazione dell’herpes virus quindi chi ha un infezione in corso da herpes deve evitarlo.
Va infine detto che la scelta del tipo di cioccolato che si decide di consumare è importante:
- Scegliere cioccolati scuri, più è scuro più è ricco di flavonoidi quindi un fondente al 70% va già bene.
- Evitare cioccolato con grassi idrogenati.
- Non consumare se c’è scritto al sapore di cioccolato perché non è autentico.
- Il cioccolato bianco è privato dei polifenoli quindi è da evitare.
Infine per la conservazione…..il cioccolato assorbe gli odori quindi una volta aperto bisogna  chiuderlo bene in contenitori a chiusura ermetica, quello extra fondente può essere conservato per 10anni.

Dr.ssa Rosa Corigliano, Biologa nutrizionista

mercoledì 9 marzo 2016

Il TextingNeck: Stop all'uso del cellulare per i nostri bambini

Apro questo post con un messaggio chiaro e sicuramente non al passo con i tempi: "stop all'uso del cellulare per i nostri figli".
La mia collaborazione conil blog “Pensare Naturale”(pensare-naturale.blogspot.com)deriva anche dal voler portare dei messaggi, che siano utili alla vita di ognuno. Nel mio lavoro di fisioterapista, con una particolare passione per la riabilitazione posturale mi trovo spesso a dover seguire bambini di 9-12 anni, che spesso hanno problemi al rachide cervicale.
Oramai a tutti è noto come l'uso eccessivo dello smartphone, del pc e del tablet, obblighi per tanto tempo stare con il capo abbassato. Ciò potrebbe produrre dolore cervicale, ma pochi sanno come queste cattive abitudini possano portare a dei risvolti devastanti sulla postura di un bambino. A questo disturbo è stato dato il nome di TextingNeck.
Da ultime radiografie che i miei piccoli pazienti mi hanno mostrato, pare che molti di loro abbiano delle curve cervicali totalmente scorrette. Se pensiamo che l'armonia delle curve fisiologiche consente ai carichi di essere ben distribuiti, stravolgere completamente queste forme creerà nel tempo degli scompensi tali da non poter essere risolti facilmente. Normalmente una curva fisiologica armonica è composta da: una lordosi lombare, una cifosi dorsale e una lordosi cervicale. Spesso si assiste all’inversione di queste curve.






Potremmo notare come curve cervicali possano scomparire, trasformandosi in un capo spostato in avanti e inclinato verso il basso. La curva dorsale, normalmente in cifosi,potrebbe diventare unaiper-cifosi.
Secondo uno studio diretto dal professor Kenneth Hansra, (New York Spine Surgery and Rehabilitation Medicine), che ha misurato il peso sulla colonna legato alle inclinazioni (dai 15 ai 60 gradi) della testa,le vertebre cervicali sono passivamente caricate da 27 kilogrammi.
In un bambino in fase di crescita, mantenere per molte ore questa postura scorretta significa non garantirgli una crescita della colonna equilibrata. Da adulti potrebbero presentare gravi problemi cervicali, per non parlare dell'aspetto psicologico legato al troppo uso della tecnologia, che volutamente lascio a chi di competenza.
Cosa possiamo fare da genitori responsabili?
Per prima cosa sarebbe opportuno limitare l'uso del cellulare e della tecnologia in generale; in secondo luogo sarebbe opportuno individuare un'attività  fisica che gli consenta una crescita armoniosa ed equilibrata per la colonna e sia anche un elemento di distrazione da giornate  in cui telefonia e computer occupano il tempo libero. Terza ed ultima cosa, indispensabile da effettuare, è una visita di screening dal medico pediatra. Qualora rivelasse una condizione anomala consiglierebbe la strada più adeguata da intraprendere, ad esempio contattare un Fisiatra e /o un Ortopedico.






Curiosità
Un altro modo per evitare il fastidio da telefonino-dipendenti viene da una start up cinese che ha sviluppato il dispositivo salvacolloFineck. Fineck è una collana wireless che rileva il movimento del tratto cervicale per tutta la giornata e lo registra sull’app dello smartphone. Il gadget, un cinturino nero di silicone con un piccolo modulo di controllo in titanio, oltre a tracciare il movimento del collo e della colonna vertebrale e registrare così lo stress accumulato nei muscoli della zona, attiva degli allarmi sonori che obbligano chi lo indossa a fare alcuni esercizi per riparare, parzialmente al danno. Ma come un cane che si morde la coda, per prendere atto della tensione cervicale accumulata e i rimedi da adottare, bisognerà controllare il cinturino wireless.
 In conclusione, godersi un cielo stellato sarebbe meglio di qualsiasi altro dispositivo elettronico.

Dott.ssa in fisioterapia, Clarissa Bruno







sabato 5 marzo 2016

Come nasce un'emozione?

All’inizio del secolo scorso si consumò un dibattito fra il maestro William James e l’allievo Walter Cannon.
James  sosteneva che la fonte delle emozioni è puramente viscerale, vale a dire che ha origine nel corpo.
Percepiamo la realtà e avvertiamo sensazioni corporee, e soltanto in seguito, in base alla percezione di quelle sensazioni fisiche le etichettiamo sotto il nome dell’uno dell’altra emozione.
Le  percezioni che noi abbiamo, l’aumento del battito del cuore, la stretta allo stomaco, la tensione dei muscoli sono le emozioni e le emozioni vengono avvertite in tutto il corpo come sensazioni.
Le emozioni consistono dunque, secondo James, in cambiamenti organici del corpo.
Cannon  attraverso esperimenti scientifici dimostrò esattamente il contrario.
Esiste un nervo, il nervo vago, che fuoriesce dalla parte posteriore del cervello attraverso un foro posto alla base del cranio prima di suddividersi in numerosi fasci che innervano i visceri.
Secondo Cannon stimolando il nervo vago si hanno cambiamenti corporei troppo lentamente per poter essere la causa delle emozioni, mentre invece ne sono l’effetto.
 Invece stimolando i visceri si ottenevano solamente effetti nei singoli visceri e non l’emozione nella sua complessità.
Secondo Cannon, l’emozione si forma nel cervello, in particolare nell’ipotalamo e si trasmette nel corpo attraverso il nervo vago oppure attraverso gli ormoni.


Solo alla fine del secolo scorso le due teorie vennero integrate e si comprese che di fronte alla realtà esistono processi simultanei, una strada a doppio senso, fra il corpo e la mente.
 Le emozioni trasformano il corpo stesso, ma il corpo è in grado di dialogare con la mente, se lo sappiamo ascoltare.
 Tale visione è alla base delle attuali tecniche di biofeedback che permettono di  alterare, con beneficio, alcune funzioni fisiologiche, come il battito cardiaco o la pressione arteriosa.
 Ogni cambiamento dello stato fisiologico è accompagnato da un cambiamento dello stato mentale ed emotivo e viceversa.
Questa osservazione è anche la base dello studio dell’unità corpo/mente
(Tratto dal libro "Molecole di Emozione" della Dr.ssa C. Pert, neurofisiologa)

Dr.ssa Viviana De Pace, Ginecologa