lunedì 27 giugno 2016

Carpe diem l'importanza di seguire le proprie passioni


"Cogli l'attimo, cogli la rosa quando è  il momento! Rendi straordinaria la tua vita" è  un  bellissimo augurio che un professore di lettere interpretato da Robin Williams dedica ai suoi alunni nel film "L'attimo fuggente"
Un insegnante incoraggia i giovani a perseguire i propri  sogni camminando a testa alta anche "sotto la tempesta ".
Nei colloqui di lavoro, ad un appuntamento  galante o quando chiacchieriamo con una persona  appena  conosciuta, cos'è  che ci descrive  veramente? La nostra piccola grande passione.
Ognuno nasce con un talento e matura abilità e competenze nel corso della propria vita.
Che sia diventare una ballerina, un calciatore, un giornalista, un dottore,  un insegnante, che sia aprirsi un'attività, far parte di un'associazione,  scrivere poesie, ogni sogno ha il diritto di essere inseguito e realizzato.
La crisi sociale ed economica  che viviamo non può  non scoraggiare, ma conoscere i dati di realtà  è  utile per organizzarci ed attrezzarci. Tutti gli obiettivi  richiedono sforzo, impegno, pazienza, cadute e ostacoli da superare!
Tuttavia affrontiamo con più  forza ed energie le sfide quando lottiamo per qualcosa che ci da' un'emozione, che ci fa brillare gli occhi! E se qualcuno  ci dice che non siamo abbastanza,  che siamo dei folli a non arrenderci , che non ce la faremo mai,  ricordiamoci che Einstein  è stato  rimandato in matematica.  Certo se qualcuno crede in noi e ci da' un'occasione  siamo avvantaggiati, se qualcuno  ci sostiene  siamo a metà strada, ma noi dobbiamo essere i primi tifosi di noi stessi.

Fare temporaneamente  un lavoro  che non ci piace per raggiungere un'indipendendenza economica, per mettere i soldi da parte a volte è necessario.
Saremo in grado di tollerare le frustrazioni  se in ballo c'è  qualcosa di più eccitante, che rispecchia  i nostri ideali! Coltivare le nostre passioni ci rende vivi, ci fa battere il cuore, tremare le mani e ci da' un'adrenalina indescrivibile. . Tutti siamo nati per lasciare un segno! Nessuno merita di aver rimpianti! Se siamo dei musicisti non dobbiamo smettere di suonare anche se per farlo dovremo perdere il sonno. Per segnare il calcio di rigore della nostra vita dobbiamo  avere coraggio. . Essere abbastanza idealisti per sperare e abbastanza realisti per realizzarci.. non è  necessario ballare alla Scala, cantare all'Arena di Verona, diventare insegnante di una scuola pubblica! Se facciamo ciò che ci piace, possiamo recitare nel teatro del nostro paese, allenare la squadra del nostro quartiere e così  via. Non è  mai troppo tardi per essere noi stessi! Rombocchiamoci le maniche! Cogliamo l'attimo! La vita è  troppo preziosa!

"È  il tempo che hai perduto  per la tua rosa che ha fatto la tua rosa così  importante "
     Il piccolo principe

Dr.ssa Antonella Chibelli, Psicologa

mercoledì 15 giugno 2016

Ho camminato sul fuoco!

Questo fine settimana ho partecipato ad un incontro di crescita personale e fra le varie esperienze ho provato il fire walking: durante un rito notturno ho camminato sui carboni ardenti!!
Non solo non mi sono ustionata, ma mi ha colpito il significato metaforico di questa impresa:
Il rito inizia e siamo 60 donne in cerchio attorno ad una distesa di due metri di carboni che brillano di arancio e hanno l’aria di essere molto caldi e la prima cosa che ti viene da pensare è che siamo tutte matte.
 Poi vedi le più esperte, che sono magari alla seconda esperienza, che si buttano coraggiose e camminano per due metri sorridenti, senza smorfie di dolore e senza neanche accelerare il passo.
Ho dato per scontato che abbiano avuto altre esperienze, perché va bene il coraggio, ma dubito che se non lo vedi fare prima a qualcun altro ti lanci tranquilla su una brace di due metri.
Comunque a quel punto ti scatta qualcosa dentro e pensi: se lo fanno loro posso farlo anch’io e allora ti butti anche tu  e scopri che lo puoi fare e che non ti stai ustionando e che probabilmente sopravvivrai senza postumi  alla prova.
Ora è sempre possibile che io abbia frainteso tutto e poi ognuno è libero di imparare dalla stessa esperienza qualcosa di diverso, ma la mia interpretazione è questa: pensi che una cosa sia impossibile poi vedi altri che ce la fanno e pensi che puoi farcela anche tu e improvvisamente l’impossibile diventa possibile. Ti accorgi a quel punto che quello che ti bloccava era solo a livello mentale.
 Nella vita reale invece se abbiamo un progetto o, se vogliamo chiamarlo con il suo vero nome, se abbiamo un sogno a chi possiamo ispirarci? Basterebbe accorgersi dei modelli positivi che esistono per pensare di potercela fare anche noi. Basterebbe se i Media e il pessimismo dilagante non remassero contro!!
 La televisione non fa che terrorizzarci sul fatto che converrebbe anche evitare di respirare poiché siamo recessione, accontentati se qualcuno ti assume con gli stipendi al minimo storico e sii grato anche se si tratta di un lavoro che odi. E dal punto di vista storico non c’è dubbio che seguire le proprie aspirazioni sia un dilemma di questo secolo perché il lavoro è sempre stato principalmente qualcosa che serviva a portarti il pane a casa.
 Se mi guardo intorno però mi rendo conto che non è facile abbandonare le poche certezze che hai per buttarti su una prospettiva di realizzazione personale. Non conosco praticamente nessuno in questo momento che sta dimostrando questo coraggio. Ed è ovvio che ha quel punto pensi che ci sarà pure un motivo, che non è solo questione di un blocco mentale generalizzato, che forse la pazza sei tu, o forse no?
E’ ovvio che dopo che raccogli il coraggio e ti butti nel sogno devi poi focalizzarti su impegno e costanza per farlo funzionare, ma magari esiste un esercizio del genere del  fire walking anche per questo ;-))
Dr.ssa Viviana de Pace, ginecologa

mercoledì 1 giugno 2016

Essere felice con l'Ho'oponopono

Ho’oponopono  è un’antica arte hawaiana di risoluzione dei problemi. Consiste nel prenderci al 100 per cento la responsabilità degli eventi della nostra vita e vederli come opportunità per riconoscere i nostri condizionamenti sociali.
Il principio è questo:
Durante la nostra giornata in base alla situazioni che si presentano ci capita di decidere, agire o sentire emozioni. Ci adattiamo alle circostanze esterne e crediamo che questo sia quello che siamo e  in questo modo lasciamo che ciò che possediamo, le circostanze egli input esterni definiscano la nostra identità.
In realtà le situazioni non sono mai quello che pensiamo che siano. Quando discuti a proposito di qualcosa che sta accadendo in quel momento renditi conto che ciò che si ripete sono i tuoi ricordi e la tua reazione non ha niente a che fare con il momento presente.
Non pensiamo partendo da una tabula rasa, liberi da preconcetti, condizionamenti, paure e giudizi.
Ogni cosa che pensiamo si basa sui nostri ricordi, sulla nostra programmazione. Quando eravamo bambini abbiamo sentito e visto determinate cose. Magari gli altri hanno fatto o detto qualcosa, e basandoci su quelle esperienze abbiamo preso delle decisioni.
A un certo punto abbiamo cominciato a credere che la realtà fosse in un certo modo e l’abbiamo resa così. Siamo rimasti intrappolati in questo circolo vizioso di riproduzione perpetua di ciò che credevamo.
Siamo molto attaccati alle nostre opinioni ma non ci rendiamo conto delle milioni di credenze che possediamo, e molte di queste sono in conflitto tra loro.
Noi tendiamo ad analizzare tutto attraverso dei filtri. Questi filtri sono i nostri attaccamenti, le nostre credenze e le nostre paure.
Non vediamo la realtà, piuttosto, ciò che i nostri filtri ci permettono di percepire.
Il peggio è che, in base alla legge di attrazione, non incontriamo nulla se non eventi e persone che ci assicurano che la nostra visione è giusta e che siamo vittime delle circostanze. Siamo intrappolati in un circolo vizioso.
Come ha detto Albert Einstein: “Follia è continuare a fare sempre la stessa cosa e aspettarsi un risultato diverso”
Puoi osservare gli eventi che accadono nella tua vita e prenderti la responsabilità di averli creati dicendo: “ Mi dispiace, per favore perdonami per qualunque cosa in me abbia creato questo”. Prendendo consapevolezza della credenza che l’ha creato te ne libererai e con essa svaniranno anche le emozioni negative che vi sono collegate.
Questo ti permetterà di sentirti più libero, meno condizionato e più consapevole di te stesso.
Tratto dal libro: Scegli la felicità con Ho’oponopono di Mabel Katz.
Dr.ssa Viviana De Pace, ginecologa