mercoledì 15 giugno 2016

Ho camminato sul fuoco!

Questo fine settimana ho partecipato ad un incontro di crescita personale e fra le varie esperienze ho provato il fire walking: durante un rito notturno ho camminato sui carboni ardenti!!
Non solo non mi sono ustionata, ma mi ha colpito il significato metaforico di questa impresa:
Il rito inizia e siamo 60 donne in cerchio attorno ad una distesa di due metri di carboni che brillano di arancio e hanno l’aria di essere molto caldi e la prima cosa che ti viene da pensare è che siamo tutte matte.
 Poi vedi le più esperte, che sono magari alla seconda esperienza, che si buttano coraggiose e camminano per due metri sorridenti, senza smorfie di dolore e senza neanche accelerare il passo.
Ho dato per scontato che abbiano avuto altre esperienze, perché va bene il coraggio, ma dubito che se non lo vedi fare prima a qualcun altro ti lanci tranquilla su una brace di due metri.
Comunque a quel punto ti scatta qualcosa dentro e pensi: se lo fanno loro posso farlo anch’io e allora ti butti anche tu  e scopri che lo puoi fare e che non ti stai ustionando e che probabilmente sopravvivrai senza postumi  alla prova.
Ora è sempre possibile che io abbia frainteso tutto e poi ognuno è libero di imparare dalla stessa esperienza qualcosa di diverso, ma la mia interpretazione è questa: pensi che una cosa sia impossibile poi vedi altri che ce la fanno e pensi che puoi farcela anche tu e improvvisamente l’impossibile diventa possibile. Ti accorgi a quel punto che quello che ti bloccava era solo a livello mentale.
 Nella vita reale invece se abbiamo un progetto o, se vogliamo chiamarlo con il suo vero nome, se abbiamo un sogno a chi possiamo ispirarci? Basterebbe accorgersi dei modelli positivi che esistono per pensare di potercela fare anche noi. Basterebbe se i Media e il pessimismo dilagante non remassero contro!!
 La televisione non fa che terrorizzarci sul fatto che converrebbe anche evitare di respirare poiché siamo recessione, accontentati se qualcuno ti assume con gli stipendi al minimo storico e sii grato anche se si tratta di un lavoro che odi. E dal punto di vista storico non c’è dubbio che seguire le proprie aspirazioni sia un dilemma di questo secolo perché il lavoro è sempre stato principalmente qualcosa che serviva a portarti il pane a casa.
 Se mi guardo intorno però mi rendo conto che non è facile abbandonare le poche certezze che hai per buttarti su una prospettiva di realizzazione personale. Non conosco praticamente nessuno in questo momento che sta dimostrando questo coraggio. Ed è ovvio che ha quel punto pensi che ci sarà pure un motivo, che non è solo questione di un blocco mentale generalizzato, che forse la pazza sei tu, o forse no?
E’ ovvio che dopo che raccogli il coraggio e ti butti nel sogno devi poi focalizzarti su impegno e costanza per farlo funzionare, ma magari esiste un esercizio del genere del  fire walking anche per questo ;-))
Dr.ssa Viviana de Pace, ginecologa

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