martedì 13 ottobre 2015

La Gastrite

Come ho fatto finora, vorrei affrontare un sintomo dal punto di vista olistico, quindi vedere gli aspetti funzionali del l'organo, le cause che portano ad un suo squilibrio e come valore aggiunto andare a capire che messaggio simbolico ed implicito nasconde. Ricordiamo che il corpo, ma in generale la natura non ha alcun motivo di rivolgersi contro sè stessa e tantomeno di fare qualcosa che non abbia come fine ultimo la sopravvivenza e l'evoluzione. Accettato quest'assunto una visione olistica della salute risulta sicuramente più sensata rispetto ad immaginare soltanto che un organo, in questo caso lo stomaco, come un pezzo di ricambio di una macchina subisca un deterioramento e quindi non potendo sostituirlo come facciamo x le nostre auto dobbiamo sostenerlo spesso a vita con dei prodotti chimici di supporto.
Un organo che non funziona più, quindi...
Che no senso!!! Tutto qui???
Allora perchè ci capita di avere lo stesso sintomo sia se non digeriamo un cibo, sia se non digeriamo se nostra moglie o nostro marito,o chi per loro, ci danno una notizia "dura da ingoiare"? Anche questo non vuol dire nulla?
Perché il corpo mostra gli stessi sintomi x uno stressore emozionale?
Sono tante le domande che possono farci capire che non dobbiamo separare pensieri, emozioni e fisico; sono interconnessi sempre, non dimentichiamolo mai.

Esistono 2 tipi di gastriti comuni (cioè escludendo quelle da helicobacter  pylori o iatrogena da terapie gastrolesive croniche) quelle da ipercloridria, cioè da eccesso di acido cloridrico, e quelle da ipocloridria, cioè quelle che avvengono durante la digestione, dove una carenza enzimatica o un eccesso di alimenti poco tollerati chiedono maggiore produzione di acido cloridrico gastrico per poter permettere la riduzione dei cibi ingeriti a "chimo", (cioè il risultato di scariche chimiche e meccaniche del bolo alimentare, costituito da cibo parzialmente digerito, acqua, acido cloridrico e svariati enzimi digestivi).
Entrambi i sintomi vengono solitamente trattati con prodotti chimici antiacido o ad effetto tampone o anti H2 o inibenti le pompe protoniche parietali gastriche. Come potete ben capire uno dei due casi, quello da ipocloridria, riceve addirittura un peggioramento organico andando a ridurre con farmaci l'acido gastrico.
 I bravi medici sottolineano come questi principi attivi non vadano usati oltre un mesetto di terapia, ma sinceramente vedo quotidiane clienti che li mantengono a vita autogestendoseli, non osservando che vanno incontro, oltre agli effetti collaterali specifici della molecola in questione, ad importanti riduzioni di assorbimento di minerali quali calcio (quindi mettendosi a rischio di osteoporosi), magnesio, rame, ferro, zinco, cromo, selenio, manganese, vanadio, molibdeno, cobalto e molti altri numerosi elementi traccia. Inoltre, senza una sufficiente produzione di acido clorodrico, che a sua volta attiva la pepsina, le proteine non possono essere adeguatamente digerite e alcuni aminoacidi potrebbero diventare carenti. Una ridotta acidità gastrica influenza anche l’assorbimento dell’acido folico e riduce la capacità alcalinizzante dell'organismo.

Allora perché non approfondire?
Se non tollero il latte, mi sentirei di escludere in maniera netta che non ho un conflitto con mia madre o che non lo stia sottovalutando?
Magari, consapevolizzandolo potrei aver dato un seno evolutivo e pro sopravvivenza a quel sintomo.
Perché non tollero quello o quest'alimento, cosa c'è sotto, perché il corpo mi dà un segnale, perché suona un campanello? Cosa vuole dirmi?
E poi... cosa della mia situazione attuale non sto digerendo? Anche capire, consapevolizzare e viverlo diversamente  potrebbe portare il corpo a far regredire il sintomo, visto che non lo vedrebbe più utile ad un processo evolutivo e di sopravvivenza.
Anzi prima lo scopro prima regredisce! E se fosse un'intolleranza genetica... il sintomo non regredisce, ma sicuramente la nostra vita ne acquisisce un colore più vivo.

Lavorare su di Sè attraverso i sintomi che il corpo ci fornisce, per affrontare una crescita interiore porta sempre a dei benefici inimmaginabili.
Il mio metodo prevede quindi di analizzare cause alimentari ed emozionali, eliminare per un po' di tempo i cibi non tollerati e nel frattempo sostenere il corpo con la medicina omeopatica low-dose o fitoterapica e in parallelo sostenere la persona a fare un lavoro su di Sè mirato a riequilibrare l'apparato psicofisico.

Anna Carla Digregorio
Farmacista Olistica

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