martedì 18 agosto 2015


Avevo già pronto il filo mentale dei miei prossimi post, ma ho deciso di prendere una pausa di un giorno. 

Ho deciso di dedicare questo post alla Self Compassion. 
L' estate mi ha dato una bella lezione di vita. 
Quanto più investi nelle persone tanto più ti sentirai svuotata se si allontaneranno da te. 
Si può incolpare loro per questo senso di delusione? Non è stato forse un nostro errore di valuzione a dar loro il potere di farci stare male?
Poichè credo fortemente nel pensiero positivo, voglio trovare un significato di crescita interiore in ciò che mi è successo. 
Nel processo che mi ha portato a migliorare ciò che ero ( almeno credo)  è stato importante il libro "I doni dell'imperfezione" di Brenè Brown. 
Ero convinta (e lo era anche la sua autrice) che i risultati e la felicità a cui ambiamo tutti si ottengono col duro lavoro, i sacrifici e la concentrazione. 
Quando si sbaglia si paga, che l'errore sia il tuo o dell'altro. 
L'autrice, psicologa ricercatrice di fama internazionale, durante l'elaborazione dei dati di uno studio sulla qualità della vita, si rese conto, con grande disappunto, che le persone concentrate sulla meta, che praticavano il perfezionismo per raggiungere i propri traguardi, erano le più insoddisfatte. 
Le persone più felici non erano latitanti nei loro doveri e si impegnavano altrettanto, ma erano compassionevoli con i propri errori e con quelli degli altri. 
Scoprì anche che il sentimento di vergogna, che si accompagna ai nostri errori e alla sensazione di fragilità umana, è un potente veleno della felicità. 
A quel punto cominciò a definire le caratteristiche degli individui che hanno alti livelli di soddisfazione personale e si reputano felici. 
E scoprì la Self Compassion. 
Self compassion non significa autocommiserazione, tutt'altro.  
Significa però ammettere di non essere perfetti, che si può sbagliare e continuare ad amare se stessi e gli altri al di là dell'imperfezione che ci circonda. 
Le persone compassionevoli sono ottimiste e, nel percorso che le porterà ai loro obbiettivi, cercano di godersi la vita insieme ai loro affetti. Aiutano gli altri spontaneamente e senza una prospettiva di ritorno personale. 
Al tempo stesso mantengono i confini dei loro spazi e cercano di fare nella loro pratica quotidiana anche qualcosa per se stessi. 
Alla maggior parte di noi la Self Compassion non viene spontanea, ma è un percorso interiore di crescita personale che richiede costanza. 
Oggi io voglio fare questo...VOLERMI BENE. 
Magari passerò un giorno di tristezza perché mi sono fidata, ma questa tristezza scivolerà via e voglio continuare a fidarmi, perché sono la fiducia e l'amore che rendono bello il mondo.  
E tu... Quando cominci ad applicare la Self Compassion?

Dr.ssa Viviana De Pace, Ginecologa

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