martedì 1 dicembre 2015

Cistiti ricorrenti: l'importanza dell'intervento nutrizionale

Rimanendo in tema di cibi che curano vi parlo della correlazione tra cistite e alimentazione, argomento che sta a cuore a molte donne.
La cistite è un’infezione del tratto urinario causata dall’invasione, da parte di batteri,  del tratto uretrale e vescicale; si stima che, a causa dell’anatomia, la donna ne è colpita una volta l’anno. Dolori al basso ventre, difficoltà nella minzione, cattivo odore delle urine e urine scure ne sono i sintomi. Nella maggior parte dei casi il batterio coinvolto è escherichia coli e ci sono delle condizioni particolari della vita in cui queste infezioni sono così frequenti come la gravidanza, rapporti sessuali, traumi o irritazioni meccaniche (pantaloni troppo stretti) e stitichezza.


La raccomandazione dietetica più importante è aumentare l’introduzione di liquidi, aiutarsi con le tisane, succhi da frutta e verdura fresca, aumentare il consumo di frutta e verdura, ridurre l’introito di carboidrati e aumentare quello delle fibre. Le fibre le possiamo prendere sostituendo i carboidrati semplici con quelli complessi, quindi utilizzando i cereali integrali anziché pasta e pane. In questo modo si evita il ristagno delle feci nel retto e si garantisce una regolare evacuazione, il ristagno delle feci causa aumento e proliferazione batterica con conseguente migrazione di questi nell’uretra e da qui nella vescica. Come ho detto prima l’anatomia della donna facilita tale migrazione data la vicinanza tra ano e imbocco uretrale, nell’uomo invece l’anatomia aiuta e di conseguenza le infezioni urinarie sono meno frequenti.
In particolare voglio porre l’attenzione sull’importanza del mirtillo rosso o Cranberry nella cura della cistite, è un coadiuvante la cura antibiotica e si può utilizzare come supporto per prevenire le ricadute, si può usare il frutto tal quale, si possono fare degli estratti, oppure si può usare l’integratore alimentare che si trova in commercio sotto forma di compresse. La pianta è un arbusto del nordamerica che produce un frutto rosso dal sapore acido, veniva già usato dagli indiani per curare le ferite, le infezioni urinarie e lo scorbuto. Questo frutto rende le pareti vescicali antiadesive, impedendo così l’adesione dei batteri alla muscosa. Ci sono molti studi a riguardo sulla sua efficacia e sono tutti positivi, l’unica cosa che ancora manca sono delle linee giuda sul dosaggio da usare per poterne avere i relativi benefici, generalmente ci si rifà alle indicazioni riportate in etichetta come per tutti gli integratori alimentari.


Dr.ssa Rosa Corigliano, 
biologa nutrizionista

Nessun commento:

Posta un commento