martedì 9 febbraio 2016

Quando il cancro ti obbliga a trovare il senso della vita


Una ricerca sul senso della vita non ti viene naturale a 20/30 anni quando la vita ti trascina come un onda attraverso schemi che tu decidi solo in parte.
I conti li fai quando temi di non avere più tempo e ti chiedi cosa volevi realmente diventare e se hai speso bene il tempo che hai avuto a disposizione.
Oggi chiudiamo il cerchio di “The How of Happiness”. Le persone con alti livelli di soddisfazione personale riferiscono di avere trovato UNO SCOPO nella loro vita e questo scopo ne costituisce il senso.
Poiché sono una ginecologa seguo tantissime pazienti che hanno superato un cancro al seno. Le loro esperienze sono state di dolore, ma anche di arricchimento personale e io trovo che siano gli esseri più saggi, gentili e spiritualmente ricchi che io incontro ogni giorno nella mia quotidianità.
Poiché non sentivo di essere abbastanza saggia da scrivere un articolo sul senso della vita ho deciso di riportare le esperienze di queste donne.
Spesso ho sentito dire alle mie pazienti che avevano superato un cancro di avere una vita piena di emozioni e di sentimenti, di gioia.  In opposizione alla fretta di tutti i giorni hanno riscoperto entusiasmo per i piccoli piaceri e la condivisione con gli altri.  Si sono liberate dall’ obbligo di dover pensare che tutto va male per accettare che la vita è tristezza e gioia insieme. Si sono liberate dell’insoddisfazione per problemi insignificanti per diventare combattive. Hanno scoperto l’amore puro della propria famiglia. Prendersi cura di sé, prendersi i propri spazi e aiutare gli altri per volere e non per dovere.


Trovare un senso alla vita può significare buttarci a capofitto in un lavoro che ci appassiona oppure dedicarci a crescere i nostri figli in modo che siano degli adulti felici un domani. Non esiste una sola ricetta per tutti.
In opposizione a questo modo di vedere il mondo vi riporto una citazione dal pensiero decisamente diverso:



"A me risulta che la ricerca del senso è una sorta di partita a scacchi, molto dura e solitaria, e che non la si vince alzandosi dalla scacchiera e andando di là a preparare il pranzo per tutti. È ovvio che occuparsi degli altri fa bene, ed è un gesto così dannatamente giusto, e anche inevitabile, necessario: ma non mi è mai venuto da pensare che potesse c'entrare davvero con il senso della vita. Temo che il senso della vita sia estorcere la felicità a se stessi, tutto il resto è una forma di lusso dell'animo, o di miseria, dipende dai casi. Peraltro, è anche possibile che mi sbagli. È giusto un pensiero istintivo – un certo modo di vedere il mondo". (Alessandro Baricco)


Può darsi che abbia ragione Alessandro Baricco, ma io preferisco pensare che sia l’Amore a reggere il mondo!
Dr.ssa Viviana De Pace, Ginecologa

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